Dopo quanto tempo dal parto si può fare sesso?

Che la maternità sia la gioia più grande che una donna possa vivere, in pochi lo mettono in dubbio!

Che la nascita di un figlio sia un enorme sconvolgimento pure. Felicità, ma anche paure, ansie, dubbi e preoccupazioni. Perplessità anche dal punto di vista del rapporto di coppia, a livello emotivo, quanto fisico. Dilemma comune nella fase post partum riguarda le tempistiche.

Come sempre una risposta unanime non c’è.

Nelle ore appena successive al parto, l’emozione, la confusione ma anche l’ossitocina in circolo faranno sentire in altri pianeti e sicuramente per entrambi l’ultimo pensiero è quello del sesso.

Via via tutto rientra però nella norma…

Se dal punto di vista anatomico e fisiologico, l’attività potrebbe essere ripresa già dopo 35-40 giorni dal parto (naturale), le valutazioni sono soggettive. Entrano in gioco oltre a fattori psicologici e personali, aspetti inerenti l storia di ciascuna, rispetto al proprio corpo, al tipo di parto affrontato, a questioni ormonali e non solo.

Infatti, sebbene molti medici siano d’accordo sulla fattibilità per le neomamme di riprendere una vita intima dopo 4-5 settimane, nella pratica non sempre ciò può avvenire.

Dolori intimi, punti di sutura, possibilità di infezioni, stanchezza da riposo perso, routine quotidiana, spossatezza sono tutti elementi che inibiscono fisicamente ma anche mentalmente il desiderio o la capacità di rendersi disponibile a approcci sessuali col partner.

Il nuovo assetto ormonale con picchi di prolattina, lo scombussolamento dei ritmi sonno-veglia e le energie assorbite dal neonato non favoriscono la libido della mamma, che subisce dei cali notevoli.

A queste problematiche si rischia di aggiungere quella più grave che mina la stabilità di coppia.

Talvolta dalla forzata astensione nascono incomprensioni, dovute alla differente posizione e attitudine tra i neogenitori, il papà e la mamma. Diversi sono i ruoli, diverse le esigenze, diverso il fisico.

Nonostante ciò, resistenze psicologiche possono generarsi anche nella mente del neo papà. Succede che l’uomo subisca il timore di infastidire o far male alla propria compagna, ma anche il trauma di aver assistito al parto e alla “sofferenza” della propria donna.

Pazienza, comprensione e dialogo sono le parole d’ordine per superare questa nuova fase della propria esistenza a tre. IL rispetto innanzitutto, ma anche un po’ di elasticità mentale e lasciarsi andare per non farsi travolgere solo dalle preoccupazioni e farsi avvolgere invece dal piacere.

Il corpo è cambiato, gli ormoni rimbalzano e anche il desiderio ne risente, ma tutto tornerà alla normalità. È doveroso capirlo in primis per se stesse e poi per tranquillizzare il proprio uomo.

Molto dipende da come è stato il parto, se vi sono state lacerazioni e se ci sono punti. Differenze anche tra parto cesareo e naturale.

Il maggiore impedimento è proprio quello fisico legato a perdite e soprattutto dolori. Durante i primi giorni in particolare potrebbe esserci una sutura del perineo per una lacerazione o episiotomia fatta e i morsi uterini. Nel parto vaginale I tessuti della vagina sono indeboliti dal travaglio , l’utero è ancora soggetto al periodo delle lochiazioni (perdite di sangue, tessuti e altri materiali organici dovute all’eliminazione delle membrane della gestazione). Occorre ancora più attenzione nel caso di un cesareo: le lochiazioni sono sempre presenti mentre genitali possono esser localmente meno tumefatti perché non hanno subito il passaggio della testa e del corpo del neonato. Tuttavia con il cesareo si effettua una incisione sull’addome che richiede maggior tempo di guarigione. Ecco perché attendere qualche settimana ed evitare di esercitare pressioni nella zona che possano ostacolare la ripresa. Ancora maggiori precauzioni se la donna ha subito per esempio l’applicazione di ventosa che richiede un’incisione più lunga a livello perineale e questo comporta un tempo più lungo per la cicatrizzazione della zona.

Il problema poi potrebbe per assurdo essere una non sincronicità tra mente e fisico. Non di rado capita che si sia psicologicamente pronte, interiormente propense e vogliose di nuovi rapporti. Spesso l’ormone agisce e spinge ma capita che vi sia una barriera fisica, una resistenza dovuta proprio a dolori lancinanti e a parti intime non ancora tornate alla normalità.

A volte però la paura è nella testa, e il blocco è spesso più mentale che organico.

In generale le prime 6 settimane rappresentano il tempo di guarigione, di riequilibrio e di recupero. Gli organi genitali impiegano dai 45 ai 60 giorni per riprendere le loro dimensioni originali la loro funzione. Di solito viene consigliata una visita di controllo in questo periodo durante la quale è possibile chiedere al ginecologo consigli pratici, “terapie” e suggerimenti anticoncezionali.

Alcuni pratici consigli offerti da medici ginecologi e sessuologi riguardano l’attenzione dal punto di vista della protezione. Se è vero infatti che spesso il ciclo non riappare prima della fine dell’allattamento e che durante quella fase gli ormoni inibiscono la fertilità, prendersi il sicuro con l’utilizzo di metodi contraccettivi mette al riparo da nuove gravidanze ravvicinate e indesiderate.

Altri utili consigli sul piano dell’ “allenamento fisico” ci rimandano ai famosi esercizi di Kegel. Provvidenziali per ritrovare tonicità, elasticità e aumentare il desiderio un questa fase così delicata. Avere cura del pavimento pelvico aiuta poi a ridurre disagi e dolori e permette alla vagina di riassumere le sue dimensioni e caratteristiche normali.

I cambiamenti ormonali e la complicità dell’allattamento al seno possono incrementare il problema della secchezza vaginale, che peggiora i fastidi durante la penetrazione.

Anche a questo disagio c’è una soluzione. Sono ammessi e suggeriti lubrificanti vaginali a base acquosa.

Necessario però accertarsi che le ferite da episotiomia e lacerazioni siano guarite, i tagli e punti cicatrizzati e che non vi siano infiammazioni in corso. Constatato che dal punto di vista medico la situazione si è normalizzata, sta al partner usare la delicatezza del caso. Non è detto che si debba ripartire direttamente con un rapporto completo, ci si può stuzzicare gradualmente e con un po’ di fantasia procedere per gradi. Se dopo il parto volete rimandare il rapporto completo, non rinunciate a vivere la sessualità in maniera diversa dal solito: l’erotismo ha tante sfaccettature. Oltre a ciò, ricorrere a piccoli accorgimenti quali appunto esercizi pelvici, lubrificazione, coccole e attenzioni aiuta a ritrovare piacere, ma anche desiderio e complicità. Via libera al petting, al sesso orale per poter riprendere la strada verso l’orgasmo post gravidanza. Pare che solo circa il 20% delle puerpere riesca a raggiungere il vero piacere a 3-6 mesi di distanza dal parto. Serve anzitutto riprendere confidenza col proprio corpo, ritrovare vicinanza col proprio lui e ritornare a dedicarsi al buon sesso.

Ci sono posizioni consigliate o più favorevoli alla nuova dimensione?

Quando si riprendono i rapporti sessuali completi, è consigliabile ricorrere a posizioni che permettano di controllare il ritmo e la profondità, e soprattutto dosare la forza della penetrazione. Per esempio:
– Stesi su un lato: Ci si colloca in modo da stare l’uno di fronte l’altra, oppure con l’uomo posizionato dietro la donna. La penetrazione non sarà profonda e i movimenti saranno dolci e delicati grazie alla posizione.
– La donna a cavalcioni sul partner: La tradizionale posizione del missionario a ruoli invertiti, con la donna sopra. Ciò permette lei di controllare il ritmo e la profondità della penetrazione, evitando così paure e dolori e dandole la possibilità di scegliere l’intensità del rapporto. Una variante con l’uomo seduto e la donna a sua volta accovacciata sulle gambe di lui.

Considerazioni diverse merita il parto cesareo.

Seppur vero che gli organi interni e il sistema non sono stati praticamente intaccati si tratta però un intervento chirurgico a tutti gli effetti. In questo caso, i tempi di ripresa del sesso dopo il parto si allungano e anzitutto doveroso aspettare che vengano rimossi i punti. In un secondo momento, a ferita completamente rimarginata, è consigliabile scegliere una posizione che non faccia pressioni sull’addome(dove è stato effettuato il taglio) come ad esempio quella a “cucchiaio”

E chi lo dice che il sesso dopo la gravidanza non possa essere addirittura meglio del prima?

All’inizio, per via della dilatazione della vagina avvenuta in conseguenza del parto, si potrà essere meno ricettivi e raggiungere il piacere con difficoltà. Infatti le dimensioni aumentate , riducono il contatto e la sensibilità. Ma Anche questo problema fisiologico con il tempo rientra. Tante donne affermano infatti che i rapporti dopo la gravidanza siano persino migliorati dal punto di vista della qualità.

CI si sente più donne, più apprezzabili, più consapevoli. Si ha una nuova e ampliata conoscenza del corpo e una rinnovata sensibilità, une percettività che giova alla sfera intima.

Non temete e non demordete, tempo al tempo e vedrete che anche il sesso tornerà a essere scoppiettante e appagante .

5 semplici raccomandazioni e consigli:

  1. Accettare la nuova temporanea dimensione del piacere. Forse inizialmente meno desiderio, meno energia, sensazioni differenti. Ma è una fase transitoria benché utile per ritrovare gradualmente il piacere e l’affiatamento affievoliti. Anche con queste nuove condizioni, non si deve rinunciare al contatto, al tatto e l’olfatto, al gusto e alla sperimentazione.
  2. Accettarsi nella nuova forma fisica e esteriore. Sebbene possa sentircisi meno sexy , più tonde, ciò non deve comprometter e la propria attività. Ci si deve concentrare sul fatto di essere comunque desiderabili e capaci sotto le lenzuola. Doveroso riprendere confidenza con sé e con le proprie peculiarità erotiche.
  3. Nella nuova dimensione a tre a volte bisogna rinunciare alla spontaneità. Ciò non comporta necessariamente una perdita di romanticismo e dolcezza, semplicemente a volte è necessario programmare. SI devono creare le situazioni e ritagliare i momenti, non si può solo aspettare che naturalmente succeda. I nuovi ritmi impongono abitudini diverse e anche il sesso “programmat” può risultare molto sexy e stimolante. Spesso il desiderio non nasce ma si crea, anche con un messaggio piccante, uno sguardo ammiccante, parole sensuali e “spinte”. Approfittare di tutte le ore o i momenti liberi, non solo della notte, ma godere di ogni istante di libertà a prescindere dall’orario e dalla luce.
  4. Il sesso non coincide necessariamente con un rapporto completo. Ci sono infiniti modi per godere, divertirsi, eccitarsi. Il sesso, a prescindere dalla penetrazione vaginale, può essere molte forme di carezze, di leccate, di penetrazioni. Il tutto molto utile nel periodo di ripresa, per evitare l’astinenza totale.
  5. Dedicarsi a se stessi in primis. Prendersi cura di sé, del proprio aspetto e del proprio benessere psicofisico per sentirsi all’altezza e attraenti, sicuri e piacevoli.

Foto di: Andrea Bertozzini